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Come conservare un profumo: consigli pratici e curiosità scientifiche

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Che si tratti di una fragranza esclusiva o del profumo che ti accompagna ogni giorno, conservarlo correttamente è fondamentale per preservarne il fascino nel tempo. La chimica che si cela dietro una bottiglia di profumo è tanto affascinante quanto delicata: fattori come luce, calore e ossigeno possono comprometterne la qualità. In questa guida, ti spieghiamo come prenderti cura delle tue fragranze, con consigli pratici e un tocco di scienza.

Perché i profumi si deteriorano?

I profumi sono miscele di alcol (solitamente etanolo di grado cosmetico), eventuale acqua distillata e una combinazione di oli essenziali e molecole sintetiche. Sebbene siano formulati con attenzione per garantire stabilità, fattori esterni come luce, calore e ossigeno possono alterarne le proprietà.

Esposizione alla luce

i raggi ultravioletti (UV) sono una delle principali cause di fotodegradazione delle molecole aromatiche presenti nei profumi. Questo fenomeno può provocare il viraggio del colore di alcuni ingredienti, con conseguente alterazione dell’aspetto del prodotto. Per limitare questo effetto, nelle formule dei profumi vengono spesso inclusi filtri solari, che aiutano a ridurre il rischio di variazioni cromatiche, pur senza eliminarlo completamente.

Va tenuto presente che l’esposizione alla luce non deve essere necessariamente diretta per causare danni: i raggi solari possono agire anche attraverso superfici trasparenti, come le vetrine dei negozi, o per rifrazione su materiali circostanti, come mensole, specchi o pareti metalliche. Sebbene le case essenziere sottopongano le fragranze a rigorosi test di stabilità, è praticamente impossibile simulare tutte le possibili condizioni di stoccaggio, rendendo alcune reazioni imprevedibili.

È importante chiarire che un cambiamento di colore non implica necessariamente una degradazione olfattiva della fragranza. Il profumo può infatti mantenere inalterate le sue qualità aromatiche, anche in presenza di viraggi cromatici. Tuttavia, una corretta conservazione non solo ne preserva il profilo olfattivo, ma contribuisce anche a mantenerne integro l’aspetto estetico nel tempo.

Calore

Il calore, essendo una forma di energia, accelera significativamente la velocità delle reazioni chimiche. Quando un profumo è esposto a temperature elevate, la sua stabilità può essere compromessa, riducendo sensibilmente la durata del prodotto nel tempo. Questo effetto è particolarmente critico per le molecole volatili, come aldeidi ed esteri, che sono comuni nelle formulazioni delle fragranze. L’esposizione prolungata al calore favorisce l’alterazione delle proprietà aromatiche e la variazione cromatica del prodotto, fenomeni che si manifestano con maggiore rapidità rispetto a condizioni di conservazione ottimali.

Ossigeno

Molti ingredienti aromatici tendono a deteriorarsi a contatto con l’aria, principalmente a causa di reazioni chimiche chiamate “ossidazione”. Questo fenomeno è particolarmente comune nei composti ricchi di terpeni, come quelli degli agrumi e delle conifere, ma può interessare anche altre molecole, come la vanillina, spesso presente nei profumi. Quest’ultima è nota per il suo tipico viraggio cromatico verso tonalità più scure, che spaziano dal giallo intenso al bruno o al rossiccio.

I prodotti più suscettibili all’ossidazione sono quelli a diretto contatto con l’aria, come i deodoranti per ambienti a bastoncini. Essendo continuamente esposti sia all’ossigeno che, spesso, alla luce, è normale che questi articoli subiscano variazioni cromatiche nel tempo.

L’aggiunta di antiossidanti nelle formulazioni aiuta a prevenire il deterioramento delle molecole aromatiche e a rallentare l’insorgere di alterazioni olfattive, migliorando così la durata e la stabilità del prodotto.

Le regole fondamentali per conservare un profumo

Per preservare al meglio il tuo profumo, è essenziale proteggerlo dai suoi tre principali nemici: calore, luce e umidità. Conserva la fragranza in un luogo fresco, asciutto e buio, come un armadio o un cassetto, per mantenerne la qualità nel tempo.

Evita di tenere il profumo in bagno: l’ambiente, spesso umido e soggetto a sbalzi di temperatura, può accelerare la degradazione delle molecole aromatiche, compromettendo sia l’odore che l’aspetto del prodotto. Una buona conservazione è il primo passo per far durare la tua fragranza più a lungo.

Conservazione dei profumi a casa: consigli pratici

La conservazione corretta di un profumo è fondamentale per preservarne l’intensità e la durata. Proteggere la tua fragranza preferita è semplice, basta seguire pochi e semplici consigli pratici:

  • Conserva il profumo al riparo dalla luce: Essendo la luce solare è uno dei principali nemici dei profumi, idealmente, la bottiglia dovrebbe essere riposta in un luogo buio, come un armadio o un cassetto. Anche il vetro scuro delle confezioni aiuta, ma non sempre è sufficiente. Per questo alcuni preferiscono conservare i profumi nelle loro scatole originali: una soluzione semplice ma efficace.
  • Tieni il Flacone Chiuso: L’ossigeno è un grande nemico del profumo. Lasciare la bottiglia aperta favorisce l’ossidazione della fragranza, portando alla sua degradazione. Assicurati di chiudere sempre bene il tappo subito dopo ogni utilizzo.
  • Mantieni una temperatura costante: La temperatura ideale per conservare un profumo è tra i 15°C e i 20°C. Evita luoghi caldi come il bagno, dove l’umidità e le variazioni di temperatura possono danneggiare le fragranze.

Conservazione dei profumi per ambienti

Anche i profumi per ambienti richiedono particolari accorgimenti per una corretta conservazione. È essenziale tenerli lontano da fonti di calore, come finestre soleggiate o radiatori, per evitare la degradazione delle molecole aromatiche.

Questi prodotti sono generalmente più delicati rispetto ai profumi per persona, poiché rimangono costantemente esposti all’ossigeno. È quindi del tutto normale osservare un viraggio di colore nel tempo.. Verso la fine del loro ciclo di vita, il liquido può inoltre diventare più denso, scuro e talvolta torbido: con l’evaporazione dell’alcol e degli ingredienti più volatili, possono depositarsi sul fondo componenti meno volatili e insolubili, una caratteristica legata alla loro natura e funzionalità.

Sebbene questi fenomeni siano inevitabili per i prodotti costantemente esposti all’aria, conservarli lontano da fonti di calore, luce diretta e sbalzi termici aiuterà a rallentarne il manifestarsi, preservandone al meglio le qualità per tutta la durata del loro utilizzo.

Il ruolo dei materiali del flacone

La scelta dei materiali del flacone è cruciale:

  • Vetro scuro o satinato: protegge dalla luce.
  • Flaconi airless: riducono l’esposizione all’ossigeno.
  • Pompe di qualità: garantiscono un’erogazione senza perdita di liquido.

Conservazione dei profumi in negozio

La corretta conservazione dei profumi in negozio è essenziale per garantire che il prodotto mantenga le sue caratteristiche olfattive e visive fino all’acquisto. È importante esporre le fragranze al riparo dalla luce diretta del sole, preferendo scaffali lontani da vetrine soleggiate o punti in cui i raggi solari possono riflettersi. Le temperature devono essere controllate, evitando zone vicine a fonti di calore, come faretti o riscaldamenti. Inoltre, è consigliabile ruotare frequentemente i prodotti in esposizione, limitando il tempo in cui rimangono esposti all’aria o alla luce artificiale intensa. L’uso delle confezioni originali per le esposizioni in vetrina può offrire un ulteriore livello di protezione, mantenendo intatti colore, profumo e qualità del prodotto.

In negozio, i profumi vengono spesso provati dai clienti attraverso i tester, il cui uso frequente li espone maggiormente a luce, aria e sbalzi termici. Questo può portare a variazioni nell’aspetto o nella fragranza in tempi relativamente brevi, ma è importante sottolineare che ciò non è indice di scarsa qualità del prodotto, bensì il risultato di una conservazione inevitabilmente meno ottimale a causa dell’utilizzo costante.

Per preservare al meglio i tester, consigliamo di richiudere sempre il flacone con il tappo, quando disponibile, e di riporlo in un luogo asciutto, lontano da luce diretta e fonti di calore, quando non è in uso. Questi accorgimenti aiutano a mantenere la fragranza il più integra possibile anche nelle condizioni di esposizione tipiche del punto vendita.

Conservazione in frigorifero: sì o no?

Conservare i profumi in frigorifero può rallentare processi chimici come l’ossidazione, ma presenta rischi. L’umidità e gli sbalzi termici possono danneggiare la bottiglia, mentre gli odori circostanti potrebbero alterare la fragranza. Secondo il Journal of Cosmetic Science, il frigorifero è utile solo in condizioni controllate e per brevi periodi, mentre Perfumer & Flavorist raccomanda temperature tra 15°C e 20°C per una conservazione ottimale. Il frigorifero, quindi, è una soluzione temporanea e non ideale per l’uso quotidiano.

Come capire se un profumo è deteriorato

Un aspetto fondamentale nella conservazione dei profumi è saper riconoscere quando una fragranza si è alterata. Segnali come una consistenza più oleosa o un odore metallico, acido o diverso dall’originale possono indicare che il profumo ha subito una degradazione. È importante sottolineare che il cambiamento di colore non è necessariamente un indice di deterioramento: molti profumi, soprattutto quelli a base di ingredienti naturali, possono scurirsi nel tempo senza perdere la loro qualità olfattiva. La regola principale rimane osservare e annusare: se l’odore risulta sgradevole o molto diverso da quello iniziale, è preferibile non utilizzarlo.

Consigli per chi viaggia

Se porti un profumo in viaggio, è importante adottare alcune precauzioni per proteggerlo. Utilizza formati da viaggio o decanter ermetici per ridurre il rischio di rotture e limitare l’esposizione all’aria. Conserva la fragranza nel bagaglio a mano, dove le temperature sono più stabili rispetto alla stiva. Per proteggere il flacone da urti, avvolgilo in un panno morbido o riponilo nella sua confezione originale. Evita di lasciare il profumo esposto al sole o al calore, ad esempio in un’auto parcheggiata, per prevenire alterazioni causate da temperature elevate. Questi accorgimenti ti aiuteranno a mantenere la fragranza intatta durante il viaggio.


I profumi sono autentici gioielli olfattivi, ed è fondamentale trattarli con cura e rispetto per preservarne al meglio le caratteristiche. Cambiamenti di colore o persino di odore non indicano necessariamente una scarsa qualità del prodotto, ma sono spesso il risultato di una conservazione non ottimale. Come abbiamo visto, le fragranze sono composte da molecole aromatiche sensibili che possono reagire a luce, calore e aria, subendo trasformazioni chimiche e fisiche nel tempo.

Solo una corretta conservazione permette di mantenere intatte e vive le qualità olfattive ed estetiche di un profumo, preservando la magia del momento in cui lo abbiamo scelto.


Se hai dubbi o curiosità, non esitare a contattarci. Noi dell’Ateneo dell’Olfatto siamo sempre pronti a rispondere alle tue domande e a condividere la nostra passione per il mondo della profumeria.

Fonti e approfondimenti

  1. Scientific American: “How Light and Heat Impact Fragrance Molecules”
  2. Journal of Cosmetic Science: “Stability of Fragrance Compounds in Different Storage Conditions”
  3. Perfumer & Flavorist Magazine: articoli sul ruolo degli antiossidanti nei profumi.

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Il Sesso dei Profumi: Uomo o Donna? 

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Uomini e donne hanno sempre visto le loro fragranze distinte in due mondi separati, oggi le barriere olfattive stanno svanendo in nuova libertà espressiva.

A partire dall’Ottocento, per poi intensificare il fenomeno negli anni Sessanta, l’alta profumeria ha sempre saputo sfruttare il sesso come poche altre industrie. Dall’associazione rigida di certe essenze esclusivamente a uomini o a donne, a campagne pubblicitarie che accentuavano dicotomie come l’uomo virile e dominante o la donna delicata e sensuale, fino alla netta distinzione dei reparti dedicati nelle profumerie, il settore ha costruito una narrazione che ha influenzato profondamente le percezioni e le scelte dei consumatori

Oggi, “Pour elle/pour homme” sono diciture che vediamo sempre più di rado. Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo, nel quale settori come la moda e la cosmetica si sono allontanati da un’interpretazione rigidamente binaria. Allo stesso modo, anche le fragranze non sono più confinate nelle tradizionali classificazioni “per uomini” o “per donne”. Questo cambiamento riflette una nuova realtà: al marketing delle aziende oggi interessa meno l’etichetta di genere e più l’esperienza olfattiva personale

Un mondo in evoluzione 

La cultura, più di ogni altro fattore, ha avuto un impatto profondo sull’industria delle fragranze, soprattutto negli ultimi anni. Tradizionalmente, i profumi venivano progettati per uomini o donne e venivano promossi attraverso campagne multimilionarie che rafforzavano la distinzione. 

Le nuove generazioni, con interpretazioni più fluide di ciò che costituisce il genere, l’orientamento sessuale e le relazioni romantiche, stanno guidando la conversazione. Concetti come “gender neutral” e “genderless” sono diventati mainstream, diventando elementi fondamentali nella moda, nel makeup e nella profumeria, influenzando le scelte dell’industria

Questo cambiamento ha portato a un aumento delle fragranze unisex e senza genere, una direzione che hanno preso in primis le medie e piccole realtà. Molti marchi di nicchia e artigianali, come Byredo o Escentric Molecules, che hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni, non hanno mai assegnato un genere alle loro fragranze, puntando su una libertà creativa che le grandi maison faticano ad adottare completamente. 

Per i grandi marchi globali, il genere e il romanticismo rimangono ancora elementi essenziali per il successo commerciale. Sebbene le campagne pubblicitarie di Dior non siano esplicitamente sessualizzanti, il marchio propone ideali femminili distinti attraverso le campagne eleganti di Miss Dior, che hanno visto protagonista Natalie Portman dal 2011, così come quelle dorate di J’Adore Dior, in cui Charlize Theron incarna una dea greca. 

Un marketing sempre più fluido 

Fino a pochi anni fa, le campagne pubblicitarie dei profumi erano dominate da coppie eterosessuali che incarnavano una bellezza idilliaca. Le campagne più celebri vedevano protagonisti attori, attrici, modelli e modelle di fama mondiale, spesso ritratti in coppie impegnate in un gioco di seduzione, oppure come individui single alla ricerca di un partner. In questi contesti, il desiderio sessuale era quasi sempre il tema dominante, e il profumo veniva presentato come uno strumento essenziale per accendere a questa attrazione

Oggi, molti marchi adottano un approccio diverso nella promozione delle loro fragranze. Ad esempio, una fragranza di Gucci lanciata con una significativa campagna promozionale nel 2018, pur essendo rivolta esplicitamente a un pubblico femminile giovane, si concentrava sull’idea della prima adolescenza, delle amicizie di quell’età e dei tentativi di comprensione di sé stessi. In questa narrazione, l’attenzione era tutta sulla persona, e l’assenza di riferimenti al rapporto con l’altro sesso era evidente. 

La desessualizzazione dei profumi sta venendo gradualmente abbracciata dall’intera industria. Stiamo assistendo a una crescente tendenza a concentrare la comunicazione sull’identità personale delle fragranze, piuttosto che sulla promessa di rendere irresistibili agli occhi di un potenziale partner. I profumi stanno evolvendo oltre la semplice formula di seduzione, racchiudendo una personalità forte e unica, capace di evocare emozioni in chi le indossa. 

Pur constatando che nella stragrande maggioranza della profumeria mainstream i prodotti sono ancora nettamente distinti in “per uomo/per donna”, le caratteristiche che promettono di donare a entrambi i generi sono sempre meno legate alle tradizionali proprietà di genere, permettendo alle fragranze di trascendere i confini binari e di rappresentare un’espressione autentica e individuale. In questo contesto, ogni profumo diventa un modo per raccontare sé stessi, che non cerca di piacere a qualcun altro, ma di rispecchiare l’essenza più intima e personale di chi lo indossa.


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Il Profumo di Cleopatra: Un’Invisibile Scia di Seduzione 

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«Di porpora le vele, così profumate che le brezze ne languivano d’amore 

Antonio e Cleopatra (Shakespear, 1623) 

Nell’antica arte della profumeria, poche figure sono tanto affascinanti quanto Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto.  

La leggenda narra che le vele della sua imbarcazione venissero impregnate di fragranze inebrianti prima di solcare le acque del Nilo. Questi aromi seducenti, spargendosi nell’aria, precedevano l’arrivo della regina, avvolgendo la riva in una nube di profumo.  

Cleopatra aveva compreso il potere invisibile del profumo, capace di evocare desiderio e anticipare la sua presenza. Si racconta che questa cortina di aromi fosse parte del suo incontro con Marco Antonio, preparando l’animo dell’amato al loro incontro prima ancora che gli occhi potessero contemplarla. 

Addentriamoci nei meandri dell’Antico Egitto, svelando i misteri del profumo della regina Cleopatra, la cui leggenda continua a incantare ancora oggi. 

La Cultura Olfattiva in Egitto 

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Creazione di un profumo nell’antico Egitto. (Credit: Jastrow / Wikipedia) 

Nell’antico Egitto, la profumeria era un’arte sacra, custodita e praticata dai sacerdoti. Utilizzavano resine aromatiche per addolcire l’odore delle offerte sacrificali, credendo che il fumo profumato potesse mettere in contatto l’uomo con gli dèi

Profumi e incensi erano centrali nelle cerimonie religiose, nei rituali di imbalsamazione e nelle pratiche di guarigione. Gli Egizi preparavano le loro fragranze immergendo piante, fiori e legni preziosi nell’olio. 

Oltre al loro ruolo cerimoniale, i profumi erano parte integrante della vita quotidiana egizia. Come oggi si usano le candele profumate, gli Egizi bruciavano l’incenso per mantenere l’armonia tra corpo e spirito. Fragranze come incenso, mirra, gelsomino, ginepro, cardamomo e cannella erano ampiamente utilizzate e molti di questi ingredienti sono ancora presenti nelle fragranze contemporanee.

Ogni notte, il Kyphi, un complesso incenso, veniva bruciato per placare gli dèi durante il loro viaggio nel mondo sotterraneo, garantendo il sicuro ritorno del dio sole Ra al mattino seguente. 

Per conoscere meglio la cultura olfattiva nell’antichità, abbiamo scritto un articolo sulla storia della profumeria di approfondimento. 

Cleopatra, La Regina dei Profumi 

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Collina di Tell El-Ruba – Mendes. (Credit: Roland Unger / Wikipedia) 

Alcuni ricercatori sostengono di essere riusciti a ricreare l’antica fragranza egizia di Cleopatra. Il profumo, chiamato Mendesian, viene descritto come dolce, speziato e leggermente muschiato

Il profumo di Cleopatra sembra che provenisse da Mendes, un prospero insediamento nel delta del Nilo, fulcro del commercio di spezie provenienti da India, Africa e Arabia. Plinio il Vecchio, filosofo romano, e Dioscoride, medico greco, raccontano del profumo di Mendes come il migliore della sua epoca. 

Poiché non esistono fonti egiziane complete che contengano la ricetta del Mendesian, gli archeologi si sono rivolti a testimonianze greco-romane per colmare le lacune. Queste concordano su quattro ingredienti principali: oltre alla resina e alla mirra, il profumo conteneva anche cassia, una varietà meno potente di cannella, e olio di balanite, ottenuto dai semi del Balanites aegyptiaca, un albero originario dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. 

Nel 2018, l’egittologa Dora Goldsmith e lo storico della scienza Sean Coughlin hanno riprodotto una possibile versione del profumo di Mendes testando varie combinazioni di ingredienti, descrivendone il risultato come “elegante” e “lussuoso.” Descritto anche dalla curatrice di arte olfattiva Caro Verbeek come “voluminoso, di colore rosso, forte, caldo, ricco, dolce e leggermente amaro,” questo aroma speziato e lievemente muschiato riecheggiava proprio le descrizioni di Plinio.

Tuttavia, l’esperimento di Goldsmith e Coughlin, pur interessante, non è conclusivo. Non è possibile sapere quale, se ce ne sia uno, delle ricette greco-romane corrisponda all’originale egiziana. 


Il profumo, un’arte antica e in continua evoluzione, ha accompagnato l’umanità fin dai suoi albori, intrecciandosi con la storia, la cultura e l’evoluzione della società. Dai rituali sacri alle corti regali, dalle spezie esotiche alle delicate essenze floreali, il profumo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo.  

Oggi, questa preziosa eredità continua a vivere nelle creazioni dei maestri profumieri, che ci invitano a scoprire e apprezzare il potere evocativo e seducente delle fragranze. 

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Il Profumo Della Storia: Dalle Origini al Medioevo 

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«Il profumo è la materia di un lusso che tra tutti è il più effimero. Perle e pietre preziose, infatti, rimangono in eredità, le stoffe durano un certo tempo, ma i profumi esalano immediatamente il loro odore e si dissolvono nel momento in cui li portiamo.» 

(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 77 DC) 

La storia dei profumi è antica quanto la civiltà stessa. Dai vivaci bazar dell’antico Egitto agli opulenti palazzi della Mesopotamia, La storia del profumo è uno dei primi esempi di come l’estro umano sia stato capace di manipolare la materia, trasformandola in qualcosa con un significato più profondo. 

Molto prima delle moderne profumerie e delle fragranze firmate, i nostri antenati erano maestri nel catturare l’essenza dei tesori più aromatici della natura. Nell’antichità i profumi non erano un semplice lusso, ma erano legati a rituali, alla medicina e alla divinità.  

Unitevi a noi in un viaggio attraverso la storia della profumeria, scoprendo le origini dei primi profumi, il loro significato nelle varie culture e l’eredità che hanno lasciato. 

La Origini Della Profumeria

L’arte della profumeria ha origine nell’antico Egitto, in Mesopotamia, nella Valle dell’Indo e in Cina. Fu poi perfezionata dai romani e dai primi farmacisti arabi e persiani, che svilupparono la tecnica della distillazione e della sospensione in alcol delle essenze derivate dalle piante. 

Ma il profumo nasce molto prima, e quasi sempre come prodotto sacro: a partire dal Paleolitico, popolazione nomadi di tutto il mondo venerano dèi, spiriti e credenze, sacrificando in loro onore legni aromatici e resina, offrendo le esalazioni al cielo per far giungere la loro preghiera fino ad essi. L’etimologia testimonia questa pratica: in latino “per fumum” si traduce con “attraverso il fumo”. 

Il Kyphi, il più celebre tra i profumi egizi, era uno dei tanti lussi concessi a faraoni come l’illustre Tutankhamon quando intraprendevano il loro viaggio celeste verso l’aldilà. Questa intricata ricetta, un arazzo profumato tessuto da sedici ingredienti diversi, ci è stata svelata dalle scritture incise nelle pareti dei templi egizi

La composizione del Kyphi era essenzialmente una miscela armoniosa di mirra, giunco odoroso, cipero, vino, miele, uva passa, canne aromatiche e ginepro. È la creazione di profumo più famosa e meticolosamente documentata dell’antico Egitto. Il suo scopo principale era quello di essere utilizzato come incenso, un’offerta agli dèi, bruciata in grandi quantità dai sacerdoti nei recinti sacri dei templi egizi. Il nome stesso “Kyphi” è una resa latina della trascrizione greca della parola egizia “kapet”, che originariamente indicava le sostanze destinata alle fiamme purificatrici

I Profumi Nella Cultura Romana e Greca 

Nel cuore dell’antichità, gli antichi greci e romani abbracciarono il profumo come una forma d’arte, intrecciandolo al tessuto stesso della loro vita. I profumi, erano più che semplici fragranze, ma erano simboli di status, devozione e seduzione.  

Nell’antica Grecia e a Roma, l’arte della profumeria si nutriva di un ricco repertorio di materie prime, principalmente fiori e resine, sapientemente trasformati in preziosi macerati oleosi. Le sostanze aromatiche locali, come rosa, violetta, giglio, narciso, radice di iris e lavanda, si mescolavano con importazioni esotiche. Dalle terre di Caria e Sicilia giungeva lo storace liquido, mentre Cipro forniva il prezioso labdano. Il galbano, il balsamo di Giudea e la gomma adragante arricchivano le composizioni provenendo dalla Giudea, mentre l’incenso e la mirra giungevano dal Medio Oriente. Dall’India, infine, arrivavano cannella, nardo e cinnamomo, donando un tocco speziato e orientale alle creazioni olfattive. 

I greci, affascinati dalle offerte profumate dell’Egitto e dell’Oriente, trasformarono la profumeria in un mestiere. Creavano miscele elaborate con ingredienti come la mirra, l’incenso e la rosa per adornare i loro corpi e le loro case. Questi profumi non erano solo di piacere: si riteneva che avessero anche proprietà curative e che placassero le ire degli dèi.  

I romani ereditarono questa ricca tradizione e portarono la profumeria a nuovi livelli. Utilizzavano il profumo in modo sfarzoso nei bagni, nei templi e nelle riunioni sociali. Il profumo divenne uno status symbol, con imperatori e nobili che commissionavano profumi su misura per riflettere la loro ricchezza e il loro potere. I Romani svilupparono anche tecniche innovative per estrarre e conservare i profumi, lasciando un’eredità duratura nel mondo della profumeria.  

La Nuova Era Della Profumeria: Il Medioevo 


Nell’affresco del Medioevo, la profumeria ha vissuto un’evoluzione affascinante, intrisa di spiritualità, medicina e innovazione.  

Mentre la caduta di Roma vide il declino dell’uso personale dei profumi in Europa, la conoscenza si conservò e addirittura fiorì nel mondo islamico. Basandosi sulle conoscenze dei loro predecessori, gli studiosi arabi fecero notevoli progressi nelle tecniche di distillazione ed estrazione, ampliando la gamma di fragranze disponibili. 

L’avvento dell’alambicco, un’invenzione che eclissò le rudimentali pratiche di distillazione del passato, segnò una svolta epocale nella storia della profumeria. Introdotto dagli Arabi nel corso dell’VIII secolo, questo ingegnoso strumento dischiuse le porte a un nuovo universo di fragranze, aprendo la strada alla creazione di profumi a base alcolica, un’autentica rivoluzione olfattiva che avrebbe plasmato l’arte della profumeria per i secoli a venire. 

Le Crociate e l’incremento del commercio con l’Oriente riportarono in Europa queste nuove conoscenze e ingredienti esotici come il muschio, l’ambra e il sandalo. Il profumo, un tempo lusso dell’élite, iniziò a permeare molti aspetti della vita medievale. 

Nei monasteri si coltivavano erbe profumate come la lavanda, il rosmarino e la salvia per le loro proprietà medicinali e aromatiche. Questi venivano spesso combinati per creare rimedi curativi e profumi usati per purificare gli ambienti, mascherare gli odori sgradevoli e promuovere il benessere.  

Si formarono corporazioni per proteggere i segreti del mestiere e garantire standard di qualità. Con la crescita delle città e l’espansione delle rotte commerciali, le profumerie divennero vivaci centri di commercio, offrendo una vasta gamma di intrugli fragranti per soddisfare la crescente domanda di profumi. 


Il profumo, un’arte antica e in continua evoluzione, ha accompagnato l’umanità fin dai suoi albori, intrecciandosi con la storia, la cultura e l’evoluzione della società. Dai rituali sacri alle corti regali, dalle spezie esotiche alle delicate essenze floreali, il profumo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo.  

Oggi, questa preziosa eredità continua a vivere nelle creazioni dei maestri profumieri, che ci invitano a scoprire e apprezzare il potere evocativo e seducente delle fragranze. 

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I Profumi Delle Dive: Marilyn Monroe

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No, il profumo preferito di Marilyn Monroe non era Chanel N°5. 

Sebbene la celebre risposta di all’intervista di Life Magazine del 1952 abbia reso immortale l’associazione tra la diva e il profumo francese, scavando più a fondo nella sua vita viene alla luce una storia molto più interessante. 

Scopriamo insieme i profumi che hanno accompagnato la vita di Marilyn Monroe, andando oltre il mito e svelando le sue preferenze olfattive più intime. 

Marilyn Monroe: il profumo oltre il mito 

Le due gocce di Chanel N°5 prima di andare a letto: un’immagine affascinante che ha contribuito a rendere immortale il mito di Marilyn Monroe. Eppure, la relazione della diva con il profumo era ben più complessa e sfaccettata di quanto si pensi. 

Dietro l’allure sensuale e misteriosa di Marilyn si celava una donna sensibile e introspettiva, alla ricerca di fragranze che potessero rispecchiare la sua ricca interiorità. 

Oltre a Chanel N°5, qual era il profumo preferito di Marilyn Monroe? 

Al di là delle preferenze che tutti conosciamo, Marilyn custodiva un amore olfattivo più intimo e personale: Floris Rose Geranium. Un’eau de toilette che l’attrice adorava al punto da acquistarne diversi flaconi contemporaneamente. 

A testimoniare questa passione, una ricevuta rinvenuta tra i documenti del negozio Floris di Londra. Nel 1959, Miss Dorothy Blass, segretaria personale di Marilyn, acquistò ben sei flaconi di Rose Geranium, spedendoli direttamente al Beverly Hills Hotel dove la diva alloggiava durante le riprese di A qualcuno piace caldo. Un film che le valse il Golden Globe come Migliore Attrice. 

Marilyn Monroe profumi

Mentre i flaconi originali non sono più disponibili sul mercato, è stata creata un’essenza da bagno che evoca il profumo originale. Questa fragranza si distingue per le sue ricche note floreali, arricchite da accenti di rosa, sfumature verdi e, caratteristicamente, geranio, offrendo un’esperienza olfattiva unica e nostalgica. 

  • Note di testa: geranio, foglie verdi 
  • Note di cuore: palmarosa, rosa, palissandro 
  • Note di fondo: legno di cedro 

La scelta di queste fragranze ci permette di scoprire un lato inedito di Marilyn Monroe: una donna che amava la bellezza e la raffinatezza, ma che era anche alla ricerca di profumi che potessero esprimere la sua complessità e la sua profondità. 

Quali altri profumi amava Marilyn Monroe? 

Non è difficile comprendere l’amore profondo di Marilyn Monroe per il profumo. Le fragranze possiedono un potere evocativo straordinario: ci trasportano in altri luoghi e tempi, risvegliano ricordi ed emozioni, e ci donano una sensazione di sicurezza e bellezza. Incarnazione perfetta di queste qualità, Marilyn vedeva nel profumo ben più di un semplice accessorio: era un’armonia di sensazioni che la accompagnava e la definiva. 

Se Chanel No. 5 resta indissolubilmente legata a Marilyn Monroe, e Floris Rose Gerium rappresentava la sua scelta personale privilegiata, la sua passione per le fragranze andava ben oltre questi due profumi. La diva era infatti nota per indossare essenze diverse a seconda dell’occasione e del suo umore. Tra le sue preferenze spiccano Joy di Jean Patou, un bouquet floreale opulento, e White Shoulders di Evyan, dalle note fresche e sensuali. 

Joy – Jean Patou (1930)

Creato nel 1930 dal naso Henri Almeras, Joy di Jean Patou è un’esplosione di note floreali dedicata alle donne. Una fragranza realizzata con ingredienti preziosissimi – voleva essere “il profumo più caro al mondo” – e pensata per celebrare la gioia di vivere, avvolgendo chi la indossa in un bouquet raffinato e lussuoso. 

  • Note di testa: rosa bulgara, ylang-ylang, tuberosa 
  • Note di cuore: gelsomino, rosa di Maggio 
  • Note di fondo: muschio, sandalo 

White Shoulders – Evyan (1945)

White Shoulders, lanciato da Evyan nel 1945, è una pietra miliare della profumeria femminile. Si tratta di una fragranza floreale aldeidica, tra le prime creazioni della casa profumiera newyorkese. Un caleidoscopio di sensazioni, che unisce la freschezza delle note di testa agrumate e verdi alla opulenza dei fiori bianchi nel cuore. Questo connubio romantico si appoggia su una base calda e sensuale, dove si fondono note ancora più intriganti. 

  • Note di testa: fiori d’arancio africano, pesca, bergamotto 
  • Note di cuore: gardenia, gelsomino, tuberose, giglio, mughetto, lilla 
  • Note di fondo: muschio, ambra, sandalo, zibetto 

Questa selezione attenta e diversificata ci rivela una Marilyn lungimirante: ben consapevole del potere comunicativo del profumo, lo utilizzava come un vero e proprio strumento di espressione personale. Ogni fragranza diventava un tassello del suo fascino, un messaggio sottile che esprimeva la sua versatilità e la sua capacità di ammaliare con sfaccettature sempre nuove. 

Se anche tu sogni di esprimere la tua unicità attraverso il profumo, lasciati guidare dagli esperti. Fortunatamente, con i corsi di Ateneo dell’Olfatto, troverai tutta l’assistenza di cui hai bisogno! Esplora la nostra selezione di corsi, kit e consulenze per immergerti in un mondo ricco di fragranze. 


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Profumi e Personalità: Dimmi che Profumo usi E ti dirò Chi Sei

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Il Profumo come espressione della personalità 

Le fragranze che scegliamo di indossare possono rivelare molto su di noi, come una firma invisibile che ci accompagna sempre. 

La scelta di un profumo va oltre il piacere dei sensi; è un modo di esprimere sé stessi ed evocare emozioni specifiche in chi ci circonda, delineando così l’immagine che gli altri hanno di noi. 

Siamo noi a scegliere il profumo o è il profumo a scegliere noi?

Il profumo è una forma di espressione personale potente e può raccontare molto di noi, delle nostre preferenze e della nostra personalità. Secondo la psicologia del profumo, ci sono diverse dinamiche psicologiche che guidano la scelta di una fragranza: 

Il profumo è lo strumento perfetto per esprimere l’unicità di una persona, per comunicare sé stessi e il proprio essere speciali, diversi, meravigliosamente insostituibili. Quando risponde a questa esigenza, la fragranza scelta sarà non convenzionale, di grande impatto olfattivo, con un sillage potente e con una lunga scia. 

Chi indossa il profumo guidato dal desiderio di affascinare il prossimo, tende invece a scegliere composizioni con un forte potere seduttivo che creano un’aura di magia attorno a loro. Fragranze calde e persistenti sono capaci, infatti, di avvicinare gli altri con il loro potere sensuale, trasformando il profumo in un mezzo con cui rendersi irresistibili. 

C’è anche chi sceglie il profumo per evocare un senso di amore e cura, in questo caso le fragranze tendono a essere calde, avvolgenti, rassicuranti, e spesso contengono note di vaniglia o talco.  

Alcuni, ancora, sono spinti dal desiderio di appartenenza, optando per profumi popolari che li fanno sentire parte di un gruppo e soddisfano la loro volontà di uniformarsi. 

Infine, vi sono coloro che vedono nel profumo un gioco, un modo per esprimere la propria creatività e divertirsi con i diversi aspetti della propria identità. Questi individui spesso scelgono essenze innovative e trasgressive, in un continuo gioco di esplorazione olfattiva.  

In ogni scelta, il profumo diventa così un mezzo di espressione personale, un modo per comunicare al mondo chi siamo e come desideriamo essere percepiti. 

Cosa dice il tuo profumo della tua personalità

Diverse note olfattive e famiglie di fragranze tendono ad essere legate a certi tratti di personalità. Esploriamo insieme alcune delle associazioni più conosciute: 

Le fragranze più dolci e fruttate, per esempio, tendono a riflettere una personalità vivace e gioiosa, ricca di energia e ottimismo. Le persone che si orientano verso questi profumi spesso emettono vibrazioni positive e contagiose, diffondendo buon umore ovunque vadano.  

Allo stesso modo, chi sceglie profumi leggeri e freschi, come quelli marini o aromatici, generalmente rivela un’anima tranquilla e amante della natura, una personalità che predilige la semplicità e l’autenticità. 

D’altra parte, coloro che preferiscono fragranze intense e boisé, tendono a mostrare una personalità forte e decisa. Sono spesso percepite come persone solide e carismatiche, con un’aura di sicurezza e una profondità nascosta. 

Inoltre, gli amanti dei profumi orientali, ricchi di note come vaniglia, incenso o ambra, tendono a essere visti come sensuali e affascinanti. Queste scelte olfattive possono suggerire una personalità avventurosa e appassionata, attratta dall’esotico e dal lusso.  

In questo modo, ogni fragranza diventa un riflesso unico del carattere individuale, comunicando silenziosamente aspetti della nostra essenza a chi ci incontra. 

Il linguaggio dei profumi

La psicologia del profumo esplora il modo in cui gli odori funzionano come un linguaggio non verbale, fornendo informazioni che il nostro cervello elabora e che possono influenzare il nostro comportamento.  

Un profumo può evocare sentimenti di gioia, pace o sicurezza, attivando ricordi positivi. Al contrario, un odore può suscitare tristezza o disagio se collegato a esperienze negative. I profumi hanno un impatto profondo su di noi, giocando un ruolo cruciale nelle relazioni interpersonali, nell’attrazione e nella sessualità. 

L’olfatto è il più emotivo fra i 5 sensi. Essendo meno soggetto al controllo razionale, ha la particolarità di fissare i ricordi in modo estremamente duraturo e profondo. Questa caratteristica unica lo rende un canale potente e diretto verso le nostre emozioni. 

Dimmi che profumo usi e ti dirò chi sei

Per scoprire quale fragranza fa per te, esistono molti “test del profumo ideale” online. Purtroppo, l’affidabilità di questi sistemi è spesso bassa, e difficilmente permettono di scoprire qualcosa di nuovo su di te o sulla cultura olfattiva. 

Il miglior modo per scoprire quale profumo o nota odorosa si addice meglio a te e alla tua personalità è conoscere a fondo i fondamenti della profumeria e.… provare, provare, provare! 

Il tuo carattere è unico e inimitabile, e proprio così dovrebbe essere il profumo che gli si adatta alla perfezione. 


Sei affascinato dall’arte della profumeria e desideri esplorare ulteriormente questo universo sensoriale? Ateneo dell’Olfatto offre una gamma esclusiva di corsi, ingredienti di alta qualità e kit per creare profumi unici e personali.  

Che tu sia un appassionato alla ricerca di nuove fragranze o un professionista che desidera affinare le tue competenze, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per imbarcarti in un viaggio olfattivo indimenticabile. Visita esplora il portale di Ateneo dell’Olfatto per scoprire di più e iniziare il tuo viaggio profumato!


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Profumeria e Alta Moda, Dalle Origini alle Passerelle

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La relazione tra profumeria e moda è affascinante e intricata. Entrambi i mondi celebrano l’espressione personale e l’eleganza, evocando sensazioni uniche. La moda, con i suoi tessuti, colori e tagli, parla direttamente agli occhi, mentre i profumi seducono i sensi, creando un’aura intangibile attorno alla persona. 

Fin dal secolo scorso, designer e case di moda lanciano linee di profumi, considerandole un’estensione naturale del loro marchio. Un profumo può catturare l’essenza di una collezione di moda, trasportando la visione stilistica in una dimensione olfattiva. Allo stesso modo, un profumo ben scelto può completare un outfit, aggiungendo un tocco finale invisibile ma potente. 

La Storia: Un Legame Stilistico e Sensoriale

Il legame tra profumeria e alta moda affonda le sue radici negli anni ’20 del XX secolo, non solo come strategia commerciale, ma anche come evoluzione verso un’arte più complessa e multisensoriale, in cui la bellezza può essere apprezzata visivamente, indossata e persino percepita. 

Ma chi fu il pioniere di questa rivoluzione, chi fu il primo stilista a introdurre un profumo? 

Contrariamente a un’opinione diffusa, non fu Gabrielle (Coco) Chanel con il suo famoso N° 5 a unire per la prima volta profumeria e alta moda. Fu Paul Poiret, uno degli stilisti francesi più influenti del periodo prebellico, a segnare questo storico connubio lanciando la collezione Parfums de Rosine nel 1911 per la sua Maison.

Sebbene Poiret abbia avuto un impatto notevole, la sua carriera conobbe un rapido declino, in parte dovuto a mutamenti nei gusti e nello stile, e in parte alle difficoltà economiche e sociali dovute alla crisi economica del ‘29. Tuttavia, il suo contributo nel ridefinire la moda e la profumeria rimane di inestimabile valore, gettando le fondamenta per stilisti come Coco Chanel e molti altri che hanno seguito il suo esempio. 

A Poiret dobbiamo l’inizio dell’Epoca dei Couturier.

Coco Chanel e l’Epoca dei Couturier 

COUTURIER

Il termine Couturier si riferisce a un designer di moda, specializzato nella creazione di abbigliamento su misura di alta qualità. Questi professionisti sono noti per il loro lavoro nell’alta moda, producendo capi unici o in serie limitata, spesso realizzati a mano con tecniche e materiali di alta qualità.

In un mondo sempre più legato alla comunicazione visiva, i profumieri si trovano a comporre fragranze senza un’identità visiva ben definita, deficit assai deleterio. I Couturier invece, artefici di collezioni che sfilano davanti agli occhi del grande pubblico, sono ben presenti nell’immaginario visivo dei consumatori. L’importanza di questo vantaggio la intuirà anche Gabrielle Chanel una decina di anni dopo Poiret, quando lancerà il celeberrimo N°5. 

Nel 1921, Coco presenta il composto di Ernest Beaux, noto profumiere da Chiris. Per la stilista non è necessario evocare un immaginario complesso: è sufficiente il nome del marchio Chanel a far decollare il prodotto, rivestendolo del suo particolarissimo stile, fatto un po’ di nero, bianco, beige, semplicità, fluidità, e di una profusione di accessori.

Coco Chanel – N° 5

La fragranza, con un’overdose di aldeidi che dissolve la struttura fiorita, si conforma a un imperativo di astrazione che la renderà un accessorio versatile, in grado di fondersi con tutte le culture, con lo stile di chiunque, divenendo uno dei maggiori successi della storia della profumeria. 

Sull’esempio di Chanel, diverse case di moda compiono il grande passo, dando vita a quelli che diverranno i grandi classici della profumeria. 

Un Legame Indissolubile tra Profumeria e Fashion

La relazione tra alta moda e profumeria non è solo storica, ma intrinsecamente legata alla natura stessa di questi due mondi artistici. Nelle loro radici, sia la moda che i profumi parlano di espressione personale e identità, creando un legame profondo che supera il tempo. Questa sinergia nasce dall’essenza del lusso e della creatività che entrambi condividono.

Alla base, la moda e i profumi sono forme d’arte che sfruttano i sensi per comunicare un messaggio o un’emozione. Mentre l’alta moda utilizza la vista e il tatto attraverso tessuti e design, la profumeria si affida all’olfatto, un senso potente che può evocare ricordi e sentimenti con una singola fragranza. Questa complementarità sensoriale rende i due mondi naturalmente interconnessi.

Christian Dior

“Il profumo è il complemento indispensabile alla personalità di una donna. Il tocco finale su un vestito.”

Entrambi i settori si basano sull’idea di esclusività e personalizzazione. Le grandi case di moda spesso lanciano linee di profumi come estensione del loro marchio, permettendo ai clienti di immergersi in un’esperienza di lusso completa. Il profumo diventa un accessorio invisibile ma potente, che completa l’outfit e ne amplifica l’espressione.

La collaborazione tra stilisti e profumieri ha portato a creazioni innovative, dove la visione artistica di un designer viene trasformata in una fragranza unica. Questa fusione di talenti non solo arricchisce entrambi i settori, ma crea anche un dialogo continuo tra moda e profumeria, attirando consumatori che cercano un’esperienza sensoriale completa.

Un Sodalizio Ancora Redditizio

L’industria della moda ha sempre avuto una relazione speciale con il mondo dei profumi, ma negli ultimi anni questa collaborazione è diventata più innovativa e strategicamente importante.

Marchi di moda rinomati come Trussardi, Prada, e Dolce & Gabbana stanno esplorando nuove frontiere olfattive, catturando l’essenza delle città o dell’identità del brand attraverso fragranze uniche. Il mercato delle fragranze in Italia, con una performance di quasi 1,1 miliardi di euro, testimonia la forza di questo settore.

Collaborazioni tra case di moda e giganti della cosmetica, come quella tra Prada e L’Oréal, stanno portando a creazioni profumate che incarnano l’innovazione e l’atemporalità. Queste sinergie non solo rafforzano il brand, ma aprono anche nuove strade per l’engagement del cliente. 

In un panorama dove la maggior parte delle case di moda si affida a collaborazioni esterne per gestire il segmento beauty, Dolce & Gabbana spicca per la sua scelta di internalizzare completamente questo business. Questo approccio sottolinea un impegno profondo verso l’autenticità e la promozione dell’artigianato italiano, delineando una strategia che valorizza le competenze interne e l’identità culturale del brand. 


La relazione tra profumeria e alta moda è un esempio affascinante di come due forme d’arte possano influenzarsi e arricchirsi a vicenda. Questo legame, radicato nella storia e plasmato dall’innovazione, continua a evolversi, promettendo nuove e affascinanti espressioni di bellezza e stile. 

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Marketing Olfattivo: Il Profumo Del Successo 

marketing olfattivo

Il marketing olfattivo è l’arte di utilizzare il profumo per valorizzare e definire l’identità di prodotti, individui e brand, plasmando così le percezioni e le valutazioni a essi legate. Attraverso il suo straordinario potere evocativo e suggestivo, l’odore è capace di esercitare un’influenza profonda sul comportamento delle persone e di creare intensi legami emotivi con la memoria olfattiva dei consumatori. 

Indubbiamente questa capacità può essere sfruttata in modo strategico dalle aziende per raggiungere i loro obiettivi: il profumo può diventare una leva potente per creare connessioni emotive con il pubblico, generare un’esperienza memorabile e imprimersi in modo distintivo nella mente degli utenti. 

Il Ruolo Strategico dei Profumi e il Marketing Sensoriale 

In questa epoca digitale, l’abilità di affascinare il consumatore e suscitare emozioni è diventata cruciale, per questo motivo il marketing moderno si focalizza sempre di più sulla creazione di esperienze emotive uniche.  

Tale approccio, noto come marketing sensoriale, riconosce l’importanza di coinvolgere i sensi per connettersi profondamente con il pubblico e in quest’ottica l’olfatto, fra tutti il senso più emozionale, oggi gioca un ruolo da protagonista. 

L’odore infatti ha il potere di evocare ricordi, suscitare emozioni e far vivere esperienze memorabili. Grazie al coinvolgimento sensoriale, l’atto dell’acquisto esce dalla sfera utilitaristica e si trasforma in un momento esperienziale, unico e gratificante. 

Il consumatore non è più semplicemente un acquirente razionale, ma diventa un partecipante emozionale che, grazie alle suggestioni dell’olfatto crea con il brand un legame potente. 

Le Tecniche del Marketing Olfattivo 

Il marketing olfattivo si rivela, in questo contesto, come una risorsa inestimabile. Questa innovativa soluzione rappresenta una fonte alternativa per la generazione di valore, rivoluzionando il modo di comunicare. 

Una delle tecniche più utilizzate è quella di diffondere negli ambienti profumi con caratteristiche specifiche a seconda dell’effetto che si intende ottenere. 

Un esempio vincente è rappresentato da Starbucks, che diffonde deliberatamente aromi di pasticceria, caffè e burro nei suoi punti vendita. Questa pratica crea un’atmosfera avvolgente e rilassata all’interno dei suoi locali, consentendo ai clienti di immergersi in un momento di autentica tranquillità. Tale strategia non solo eleva l’esperienza dei clienti, ma associa in modo indissolubile l’immagine del brand Starbucks a un momento di puro piacere. 

L’uso astuto del marketing olfattivo non è affatto confinato agli spazi dei punti vendita. Un esempio eloquente di questa strategia è stato implementato da Dunkin Donuts, con risultati sorprendenti. La loro iniziativa originale, che ha portato a un aumento delle visite del 16% e del consumo di caffè del 29%, ha coinvolto la diffusione di un aroma simile a quello presente nei loro negozi presso le fermate degli autobus nelle vicinanze. Questa tattica ha incanalato il desiderio dei passanti verso l’acquisto dei loro deliziosi prodotti ancor prima di varcare la soglia del locale. 

Aroma Branding 

Il Logo Olfattivo, noto anche come “Firma Olfattiva,” è un’espressione profumata del marchio e ne comunica, in maniera coerente e suggestiva, l’identità, la storia e il sistema di valori.  

Rappresenta una strategia adottata ormai da molti marchi all’interno dei loro punti vendita. Questa tecnica prevede la continua diffusione di una fragranza distintiva, creando così un’esperienza sensoriale unica e riconoscibile. Questa firma olfattiva permea l’ambiente e lascia un’impronta indelebile, marchiando sia i prodotti che gli spazi commerciali con un’allure unica e distintiva. 

Abercrombie & Fitch è il brand che ha portato questa tecnica all’attenzione di tutti. Questa celebre casa di moda ha lanciato una linea di fragranze, guadagnando notorietà grazie alla vendita di queste essenze presso i propri negozi. Ogni visita nei loro spazi commerciali trasportava i clienti in un’atmosfera olfattiva unica, grazie alla generosa diffusione del profumo in ogni reparto.  

Abercrombie & Fitch – Perfume No.1

Purtroppo, questo marchio è anche un esempio di utilizzo poco oculato del marketing olfattivo, perché secondo alcune ricerche l’uso eccessivo del profumo, combinato ad altri aspetti ambientali, creava un senso di fastidio nei clienti, spingendoli a uscire dallo store in molti casi senza aver concluso l’acquisto.  

Applicare queste tecniche di marketing in maniera efficace non può prescindere da una profonda conoscenza del mondo delle fragranze. Padroneggiare il linguaggio olfattivo consentirà ad esempio di scegliere con consapevolezza la profumazione più giusta a rappresentare in maniera coerente la personalità di un brand. Saper dosare l’utilizzo della fragranza permetterà di essere più performanti in relazione all’obiettivo che si intende raggiungere, che dev’essere sempre quello di affascinare e non di respingere. 

In un mondo in cui il profumo è un elemento distintivo, è essenziale dunque trovare un giusto equilibrio tra le note della fragranza e la sua intensità per garantire una piacevole esperienza ai clienti e valorizzare l’immagine di un marchio. 

Odore e Memoria per il Marketing 

Il profumo, indiscutibilmente, si erge a uno dei nostri più preziosi alleati nel mondo dei ricordi. Questo straordinario senso ci concede il privilegio di compiere viaggi nel tempo, catapultandoci istantaneamente nel passato.  

Quasi nessun’altra esperienza sensoriale può competere con la potenza della memoria olfattiva. La sua forza è tale da resistere inalterata all’usura del tempo, trasformandosi in un autentico araldo del nostro passato e catalizzatore delle emozioni più profonde. 

È per questo motivo che alcuni marchi, con grande maestria, hanno sfruttato questa sorta di “nostalgia” evocata dagli stimoli olfattivi. Un esempio è Rolls Royce, il rinomato colosso britannico delle auto di lusso. Questa prestigiosa casa automobilistica ha compiuto un vero e proprio atto d’arte in laboratorio, riuscendo a ricreare l’inconfondibile profumo di “auto nuova” che avvolge i clienti nel momento in cui entrano per la prima volta nella loro vettura. 

Rolls Royce diffonde questa fragranza non solo nelle sue officine autorizzate, ma anche all’interno delle auto stesse quando vengono restituite ai loro proprietari dopo le manutenzioni. In questo modo, i proprietari delle vetture vengono magicamente riportati al senso di gratificazione che hanno sperimentato al momento dell’acquisto, rievocando tutte quelle emozioni positive che credevano di aver dimenticato. 

Non solo, la casa automobilistica di lusso ha da poco lanciato una nuova vettura. Realizzata su commissione insieme alla stilista Iris van Herpen, questa super ammiraglia Rolls-Royce è la prima auto al mondo con diffusori aromatici integrati nell’abitacolo.


In conclusione, il marketing olfattivo è una potente strategia sensoriale che crea connessioni durature tra brand e pubblico attraverso gli odori. Applicabile in vari settori, richiede comprensione del target e coerenza nell’uso del profumo scelto. In un mondo competitivo, può fare la differenza tra un brand ordinario e uno straordinario, creando esperienze sensoriali personalizzate per i clienti. 

Scopri come il marketing olfattivo può diventare il tuo alleato nella corsa alla comunicazione persuasiva grazie ai i corsi di Ateneo dell’Olfatto, oppure leggi altri articoli dal nostro blog per entrare nel magico mondo della profumeria!       



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Un Naso Tra le Note: L’Arte del Decifrare una Fragranza

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L’olfatto è un senso che a volte diamo per scontato, ma che nasconde un potere sorprendente.

Esso ci permette di percepire il mondo in un modo unico, trasportandoci nel tempo e risvegliando ricordi ed emozioni. Pensate all’odore del caffè al mattino: non ci ricorda forse una calma domenica in famiglia? O l’aroma dell’erba appena tagliata: non ci riporta forse indietro ai giorni spensierati dell’infanzia, giocando nei prati sotto il sole estivo?

 L’olfatto è molto più di un semplice senso: è un ponte verso i nostri ricordi e le nostre emozioni, una chiave che ci apre le porte dell’umanità stessa. 

In questo articolo, esploreremo insieme come i maestri profumieri utilizzano l’olfatto per dare vita alle loro creazioni, scoprendo come questo senso meraviglioso ci permette di respirare l’essenza degli elementi.

Comprendere le Percezioni Olfattive

Prima di vedere il “come”, cerchiamo di comprendere insieme “cosa” significa effettivamente annusare. Esistono delle dinamiche intrinseche nell’atto di percezione di uno stimolo odoroso che vanno conosciute. Solo in questo modo è possibile comprendere realmente questo magico strumento che tutti possediamo.

Già l’utilizzo della parola “percezione” comincia a delineare delle caratteristiche interessanti. Percepire una fragranza significa, infatti, costruire una sua rappresentazione all’interno della nostra coscienza. 

Certo, la fragranza deriva direttamente dalle proprietà chimiche delle sostanze odorose intercettate dal naso. Tuttavia, Il nostro stato mentale, che può essere influenzato da fattori come l’appetito, l’umore o l’attenzione, può modulare la percezione delle fragranze. Ad esempio, quando siamo affamati, siamo più sensibili agli odori di cibi gustosi e possiamo percepirli in modo più intenso rispetto a quando siamo sazi, e ancora, quando siamo felici o rilassati, potremmo percepire gli odori in modo più piacevole e positivo rispetto a quando siamo tristi o stressati.

Inoltre, è fondamentale sottolineare che non esiste nulla come un “naso assoluto” – capace quindi di identificare qualsiasi fragranza con precisione – e che i sensi sono sempre iper-connessi fra di loro, influenzandosi costantemente a vicenda.

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Riconoscere un Odore

Riconoscere un odore è un processo innato e complesso che coinvolge una serie di meccanismi neurobiologici per identificare specifiche molecole odorose presenti nell’aria che respiriamo. Cerchiamo di vedere brevemente gli aspetti più importanti che abbiamo affrontato in profondità in un articolo precedente “L’olfatto, cosa significa sentire gli odori”.

Quando inaliamo, le molecole odorose raggiungono l’epitelio olfattivo nel naso e si legano ai recettori olfattivi sulle cellule nervose olfattive. Questo genera segnali elettrici che vengono trasmessi al cervello attraverso i nervi olfattivi

Nel bulbo olfattivo del cervello, queste informazioni vengono elaborate per creare il senso del profumo o dell’odore che riconosciamo. Questo processo coinvolge anche l’apprendimento e la memoria, poiché le esperienze passate con gli odori influenzano come li percepiamo. 

In sintesi, il riconoscimento degli odori è un processo affascinante che coinvolge sia la nostra biologia che la nostra esperienza personale.

Il Processo di Valutazione di un Profumo

Nel raffinato mondo dell’alta profumeria, annusare un profumo è un atto di rara precisione, un’esplorazione dettagliata dei sensi. 

Un maestro profumiere, o “naso“, prima di immergersi in questo viaggio sensoriale, è opportuno “azzerare” il proprio olfatto annusando qualcosa di neutro – la sua pelle pulita, o un delicato pezzo di cotone. Questo semplice gesto garantisce l’accuratezza della percezione olfattiva, permettendo di affrontare l’esperienza senza contaminazioni odorigene.

È fondamentale che l’ambiente in cui si opera sia purificato da altri odori, poiché anche la più leggera fragranza di cibo, prodotti per la pulizia o altre essenze può alterare la percezione.

Una volta creato questo santuario sensoriale, il profumo viene nebulizzato su una mouillette, una striscia di carta particolarmente neutra. Un attimo di pazienza è poi necessario per permettere all’alcol nel profumo di evaporare, lasciando che il vero cuore della fragranza emerga.

Mouillette – campione di carta assorbente usato per testare i profumi

La Sinestesia delle Note 

L’atto di avvicinare la mouillette al naso apre il primo capitolo della storia del profumo: le note di testa. Questi sono gli aromi che danzano nella brezza immediatamente dopo l’applicazione del profumo, portando con sé un senso di freschezza e vivacità.

Con il passare del tempo, le note di testa si ritirano lentamente, lasciando il palcoscenico alle note di cuore. Questi profumi sono come il cuore pulsante dell’essenza, ricchi e complessi. Infine, arrivano a risuonare le note di fondo, i profumi persistenti che lasciano un’impressione duratura e donano al profumo la sua profondità e la sua personalità.

Dopo un’attenta analisi, è costume concedere un momento di pausa, un intervallo necessario per consentire al senso dell’olfatto di ritemprarsi e tornare alla neutralità. È in questo momento di tranquillità che si riflette sui singoli ingredienti del profumo, sulla sinergia tra di essi, e sull’equilibrio tra le note.

La Prudenza nella valutazione

Durante l’intero processo, è necessario conoscere le insidie da evitare.  Sono molti i “rumori di fondo” che potrebbero inficiare la qualità delle nostre percezioni: profumi personali, un pasto recente, o anche una tazzina di caffè consumata da poco può influenzare le note odorose che percepiamo.

L’overdose olfattiva, conseguenza dell’analisi di troppi profumi in una sola sessione, può portare alla “fatica olfattiva“, rendendo il naso insensibile agli odori. 

Allo stesso modo, è importante evitare di annusare il profumo direttamente dal flacone, poiché ciò può portare a una percezione sbilanciata delle note di testa a discapito delle altre. 

In breve, alcuni piccoli accorgimenti possono aumentare notevolmente l’efficacia delle sessioni olfattive. È fondamentale controllare l’ambiente circostante, ricreare le condizioni iniziali all’inizio di ogni sessione e fare attenzione ai possibili bias percettivi a cui si potrebbe essere soggetti.


La danza delle fragranze è un viaggio che va oltre il semplice annusare un profumo. È una narrazione sensoriale, un’arte che richiede un talento affinato, una passione profonda e una conoscenza dettagliata delle note e delle essenze. Diventare un maestro profumiere non è un traguardo semplice, ma è un percorso che apre a un mondo di profumi che incantano, evocano e trasportano.

Se sei affascinato da questo mondo e desideri apprendere l’arte di creare, identificare e valutare le fragranze, ti invitiamo a esplorare i nostri corsi

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Le Essenze Naturali, Il Mondo dei Composti Aromatici di Origine Naturale  

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Cosa sono e come vengono usati i composti aromatici in profumeria

Prima di cominciare, per comprendere a fondo quali siano gli ingredienti di origine naturale in profumeria, è essenziale definire chiaramente la nomenclatura dell’argomento.  

Un composto aromatico è una sostanza organica con una struttura chimica particolare, tale da far si che abbia la proprietà dell’odore.   

I composti aromatici possono derivare dal mondo vegetale, da quello animale o possono essere di origine sintetica.  

Un profumo è una combinazione di diversi composti aromatici, mentre l’odore è una sensazione specifica dell’organo dell’olfatto, generata dalle molecole odorose che vengono percepite dai recettori olfattivi presenti nel nostro naso. 


Nel vasto panorama dei composti aromatici, si possono distinguere tre principali categorie in base all’origine: 

  • Naturali 
  • Naturali identici 
  • Artificiali 

Di ognuna di queste categorie fanno parte centinaia di ingredienti diversi, con proprietà olfattive e profumazione differenti, capaci di regalare all’olfatto un viaggio incredibile tra note e sfaccettature e in grado, quando miscelati insieme dalle mani dell’esperto profumiere, di dare vita a fragranze dalla personalità sempre diversa e intrigante.  

Gli Ingredienti di Origine Naturale

I composti aromatici di origine naturale, o essenze naturali, sono ottenuti direttamente da fonti biologiche mediante procedure fisiche, enzimatiche o microbiche. 

Queste sostanze vengono prodotte naturalmente da animali e vegetali per una grande varietà di scopi: comunicare con i propri simili, segnalare i confini del territorio, per difesa in caso di attacco o anche per sedurre nei periodi di riproduzione. 

Fin dalle origini della storia umana, composti di origine naturale come resine e legni particolari venivano bruciati per ottenere esalazioni odorose a scopi religiosi. 

Gli Ingredienti di Origine Vegetale

Qui, troviamo una vasta gamma di piante, fiori e alberi che offrono generosamente le loro essenze aromatiche. Questi composti sono estratti prevalentemente tramite processi di distillazione o estrazione, catturando la ricchezza delle essenze naturali e permettendo ai profumieri di avere a disposizione ingredienti meravigliosi per le loro creazioni tecniche e artistiche.  

I composti naturali, ampiamente utilizzati nell’industria della profumeria, sono oli essenziali naturali, balsami, resine, concrete e assolute che derivano da piante, foglie, fiori, legni, radici, etc. . 

Si tratta di ingredienti che riflettono tutta la bellezza della natura. Possono offrire note fresche o ricche, evanescenti o profonde, aromatiche, fiorite, erbacee, legnose, etc. Miscelate insieme, sia tra di loro che in combinazione con ingredienti di origine sintetica, rendono le fragranze ricche di personalità e sfaccettature olfattive.  

Le materie prime appartenenti a questa categoria provengono da diverse parti del mondo e sono essenziali per creare le profumazioni desiderate. Ogni pianta e albero ha particolari componenti olfattive, che possono essere ottenute da una o più parti della pianta.  

Gli Ingredienti Naturali Identici

Tra gli ingredienti di origine naturale ci sono anche le molecole naturali identiche, ovvero molecole esistenti in natura, che quindi si trovano all’interno degli oli essenziali, delle resine etc. sopra citati, ma che vengono estratte “singolarmente” o dalle essenze stesse, oppure possono essere riprodotte artificialmente tramite sintesi organica.  

Il vantaggio nell’utilizzo di questo tipo di ingredienti è quello di poter ottenere una profumazione 100% naturale lavorando con i singoli ingredienti, meno complessi rispetto agli oli essenziali nel loro insieme, e quindi di poter giocare con le note e le sfaccettature olfattive secondo i gusti e le preferenze del profumiere.  

Alcuni esempi di isolati naturali

  • Aldeide cinnamica – isolata dall’olio essenziale di cannella nel 1834 da Dumas e Péligot; 
  • Linalolo – isolato per la prima volta nel 1875 dal legno di rosa della Guiana francese; 
  • Eugenolo – ottenuto dall’olio essenziale di chiodi di garofano nel 1834; 
  • Vanillina – isolata per la prima volta nel 1858 da Théodore Nicolas Gobley dall’estratto di vaniglia. 

Le Sostanze Odorose del Regno Animale Usate in Profumeria

profumi origine naturale

In tempi passati, i mastri profumieri erano soliti impiegare abbondantemente alcune sostanze odorose provenienti dagli animali, molte delle quali sono ora proibite o soggette a restrizioni per ragioni prevalentemente etiche.  

Tra gli esempi più noti è possibile trovare l’ambra grigia, secreta dal capodoglio, o il muschio tonkino, che veniva ottenuto da una ghiandola del cervo muschiato.    

Questi ingredienti, spesso utilizzati come note di fondo nelle fragranze, apportavano una nota calda e sensuale in grado di conferire profondità e persistenza alle composizioni olfattive, che viene oggi ottenuta tramite sostituti sintetici.  

I Prodotti Aromatici di Origine Animale

Il regno animale ci riserva una sorprendente varietà di essenze naturali che emanano odori unici e intriganti. Gli animali, infatti, utilizzano gli odori per comunicare tra di loro, allertare in caso di pericolo, marcare il territorio, attrarre le femmine, etc. . 

Oltre ad ambra grigia e muschio tonkino, altri ingredienti di origine animale che sono o venivano particolarmente utilizzati sono il castoreum, l’hyraceum, lo zibetto e la cera d’api.  


L’utilizzo delle essenze naturali dei profumi offre un’esperienza olfattiva autentica e appagante. Ogni goccia di profumo racchiude la magia delle piante e degli alberi provenienti da diverse parti del mondo.  

Ogni materia prima naturale dona profondità, complessità e carattere ai profumi che indossiamo. 

 Ricordiamo però che nonostante la loro bellezza olfattiva, l’utilizzo di ingredienti naturali non è sempre la scelta più sostenibile.

Spesso la chimica, con i sistemi di sintesi più moderni e a basso impatto ambientale, ci consente di preservare la natura sia che si tratti di animali, che si essenze rare e pregiate per ottenere le quali sono necessarie tonnellate e tonnellate di elementi naturali (si pensi che per es. per ottenere 1 Kg di essenza di rosa si utilizzano in media 500 Kg di petali!). . 


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