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Il Sesso dei Profumi: Uomo o Donna? 

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Uomini e donne hanno sempre visto le loro fragranze distinte in due mondi separati, oggi le barriere olfattive stanno svanendo in nuova libertà espressiva.

A partire dall’Ottocento, per poi intensificare il fenomeno negli anni Sessanta, l’alta profumeria ha sempre saputo sfruttare il sesso come poche altre industrie. Dall’associazione rigida di certe essenze esclusivamente a uomini o a donne, a campagne pubblicitarie che accentuavano dicotomie come l’uomo virile e dominante o la donna delicata e sensuale, fino alla netta distinzione dei reparti dedicati nelle profumerie, il settore ha costruito una narrazione che ha influenzato profondamente le percezioni e le scelte dei consumatori

Oggi, “Pour elle/pour homme” sono diciture che vediamo sempre più di rado. Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo, nel quale settori come la moda e la cosmetica si sono allontanati da un’interpretazione rigidamente binaria. Allo stesso modo, anche le fragranze non sono più confinate nelle tradizionali classificazioni “per uomini” o “per donne”. Questo cambiamento riflette una nuova realtà: al marketing delle aziende oggi interessa meno l’etichetta di genere e più l’esperienza olfattiva personale

Un mondo in evoluzione 

La cultura, più di ogni altro fattore, ha avuto un impatto profondo sull’industria delle fragranze, soprattutto negli ultimi anni. Tradizionalmente, i profumi venivano progettati per uomini o donne e venivano promossi attraverso campagne multimilionarie che rafforzavano la distinzione. 

Le nuove generazioni, con interpretazioni più fluide di ciò che costituisce il genere, l’orientamento sessuale e le relazioni romantiche, stanno guidando la conversazione. Concetti come “gender neutral” e “genderless” sono diventati mainstream, diventando elementi fondamentali nella moda, nel makeup e nella profumeria, influenzando le scelte dell’industria

Questo cambiamento ha portato a un aumento delle fragranze unisex e senza genere, una direzione che hanno preso in primis le medie e piccole realtà. Molti marchi di nicchia e artigianali, come Byredo o Escentric Molecules, che hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni, non hanno mai assegnato un genere alle loro fragranze, puntando su una libertà creativa che le grandi maison faticano ad adottare completamente. 

Per i grandi marchi globali, il genere e il romanticismo rimangono ancora elementi essenziali per il successo commerciale. Sebbene le campagne pubblicitarie di Dior non siano esplicitamente sessualizzanti, il marchio propone ideali femminili distinti attraverso le campagne eleganti di Miss Dior, che hanno visto protagonista Natalie Portman dal 2011, così come quelle dorate di J’Adore Dior, in cui Charlize Theron incarna una dea greca. 

Un marketing sempre più fluido 

Fino a pochi anni fa, le campagne pubblicitarie dei profumi erano dominate da coppie eterosessuali che incarnavano una bellezza idilliaca. Le campagne più celebri vedevano protagonisti attori, attrici, modelli e modelle di fama mondiale, spesso ritratti in coppie impegnate in un gioco di seduzione, oppure come individui single alla ricerca di un partner. In questi contesti, il desiderio sessuale era quasi sempre il tema dominante, e il profumo veniva presentato come uno strumento essenziale per accendere a questa attrazione

Oggi, molti marchi adottano un approccio diverso nella promozione delle loro fragranze. Ad esempio, una fragranza di Gucci lanciata con una significativa campagna promozionale nel 2018, pur essendo rivolta esplicitamente a un pubblico femminile giovane, si concentrava sull’idea della prima adolescenza, delle amicizie di quell’età e dei tentativi di comprensione di sé stessi. In questa narrazione, l’attenzione era tutta sulla persona, e l’assenza di riferimenti al rapporto con l’altro sesso era evidente. 

La desessualizzazione dei profumi sta venendo gradualmente abbracciata dall’intera industria. Stiamo assistendo a una crescente tendenza a concentrare la comunicazione sull’identità personale delle fragranze, piuttosto che sulla promessa di rendere irresistibili agli occhi di un potenziale partner. I profumi stanno evolvendo oltre la semplice formula di seduzione, racchiudendo una personalità forte e unica, capace di evocare emozioni in chi le indossa. 

Pur constatando che nella stragrande maggioranza della profumeria mainstream i prodotti sono ancora nettamente distinti in “per uomo/per donna”, le caratteristiche che promettono di donare a entrambi i generi sono sempre meno legate alle tradizionali proprietà di genere, permettendo alle fragranze di trascendere i confini binari e di rappresentare un’espressione autentica e individuale. In questo contesto, ogni profumo diventa un modo per raccontare sé stessi, che non cerca di piacere a qualcun altro, ma di rispecchiare l’essenza più intima e personale di chi lo indossa.


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Il Profumo di Cleopatra: Un’Invisibile Scia di Seduzione 

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«Di porpora le vele, così profumate che le brezze ne languivano d’amore 

Antonio e Cleopatra (Shakespear, 1623) 

Nell’antica arte della profumeria, poche figure sono tanto affascinanti quanto Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto.  

La leggenda narra che le vele della sua imbarcazione venissero impregnate di fragranze inebrianti prima di solcare le acque del Nilo. Questi aromi seducenti, spargendosi nell’aria, precedevano l’arrivo della regina, avvolgendo la riva in una nube di profumo.  

Cleopatra aveva compreso il potere invisibile del profumo, capace di evocare desiderio e anticipare la sua presenza. Si racconta che questa cortina di aromi fosse parte del suo incontro con Marco Antonio, preparando l’animo dell’amato al loro incontro prima ancora che gli occhi potessero contemplarla. 

Addentriamoci nei meandri dell’Antico Egitto, svelando i misteri del profumo della regina Cleopatra, la cui leggenda continua a incantare ancora oggi. 

La Cultura Olfattiva in Egitto 

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Creazione di un profumo nell’antico Egitto. (Credit: Jastrow / Wikipedia) 

Nell’antico Egitto, la profumeria era un’arte sacra, custodita e praticata dai sacerdoti. Utilizzavano resine aromatiche per addolcire l’odore delle offerte sacrificali, credendo che il fumo profumato potesse mettere in contatto l’uomo con gli dèi

Profumi e incensi erano centrali nelle cerimonie religiose, nei rituali di imbalsamazione e nelle pratiche di guarigione. Gli Egizi preparavano le loro fragranze immergendo piante, fiori e legni preziosi nell’olio. 

Oltre al loro ruolo cerimoniale, i profumi erano parte integrante della vita quotidiana egizia. Come oggi si usano le candele profumate, gli Egizi bruciavano l’incenso per mantenere l’armonia tra corpo e spirito. Fragranze come incenso, mirra, gelsomino, ginepro, cardamomo e cannella erano ampiamente utilizzate e molti di questi ingredienti sono ancora presenti nelle fragranze contemporanee.

Ogni notte, il Kyphi, un complesso incenso, veniva bruciato per placare gli dèi durante il loro viaggio nel mondo sotterraneo, garantendo il sicuro ritorno del dio sole Ra al mattino seguente. 

Per conoscere meglio la cultura olfattiva nell’antichità, abbiamo scritto un articolo sulla storia della profumeria di approfondimento. 

Cleopatra, La Regina dei Profumi 

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Collina di Tell El-Ruba – Mendes. (Credit: Roland Unger / Wikipedia) 

Alcuni ricercatori sostengono di essere riusciti a ricreare l’antica fragranza egizia di Cleopatra. Il profumo, chiamato Mendesian, viene descritto come dolce, speziato e leggermente muschiato

Il profumo di Cleopatra sembra che provenisse da Mendes, un prospero insediamento nel delta del Nilo, fulcro del commercio di spezie provenienti da India, Africa e Arabia. Plinio il Vecchio, filosofo romano, e Dioscoride, medico greco, raccontano del profumo di Mendes come il migliore della sua epoca. 

Poiché non esistono fonti egiziane complete che contengano la ricetta del Mendesian, gli archeologi si sono rivolti a testimonianze greco-romane per colmare le lacune. Queste concordano su quattro ingredienti principali: oltre alla resina e alla mirra, il profumo conteneva anche cassia, una varietà meno potente di cannella, e olio di balanite, ottenuto dai semi del Balanites aegyptiaca, un albero originario dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. 

Nel 2018, l’egittologa Dora Goldsmith e lo storico della scienza Sean Coughlin hanno riprodotto una possibile versione del profumo di Mendes testando varie combinazioni di ingredienti, descrivendone il risultato come “elegante” e “lussuoso.” Descritto anche dalla curatrice di arte olfattiva Caro Verbeek come “voluminoso, di colore rosso, forte, caldo, ricco, dolce e leggermente amaro,” questo aroma speziato e lievemente muschiato riecheggiava proprio le descrizioni di Plinio.

Tuttavia, l’esperimento di Goldsmith e Coughlin, pur interessante, non è conclusivo. Non è possibile sapere quale, se ce ne sia uno, delle ricette greco-romane corrisponda all’originale egiziana. 


Il profumo, un’arte antica e in continua evoluzione, ha accompagnato l’umanità fin dai suoi albori, intrecciandosi con la storia, la cultura e l’evoluzione della società. Dai rituali sacri alle corti regali, dalle spezie esotiche alle delicate essenze floreali, il profumo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo.  

Oggi, questa preziosa eredità continua a vivere nelle creazioni dei maestri profumieri, che ci invitano a scoprire e apprezzare il potere evocativo e seducente delle fragranze. 

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Il Profumo Della Storia: Dalle Origini al Medioevo 

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«Il profumo è la materia di un lusso che tra tutti è il più effimero. Perle e pietre preziose, infatti, rimangono in eredità, le stoffe durano un certo tempo, ma i profumi esalano immediatamente il loro odore e si dissolvono nel momento in cui li portiamo.» 

(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 77 DC) 

La storia dei profumi è antica quanto la civiltà stessa. Dai vivaci bazar dell’antico Egitto agli opulenti palazzi della Mesopotamia, La storia del profumo è uno dei primi esempi di come l’estro umano sia stato capace di manipolare la materia, trasformandola in qualcosa con un significato più profondo. 

Molto prima delle moderne profumerie e delle fragranze firmate, i nostri antenati erano maestri nel catturare l’essenza dei tesori più aromatici della natura. Nell’antichità i profumi non erano un semplice lusso, ma erano legati a rituali, alla medicina e alla divinità.  

Unitevi a noi in un viaggio attraverso la storia della profumeria, scoprendo le origini dei primi profumi, il loro significato nelle varie culture e l’eredità che hanno lasciato. 

La Origini Della Profumeria

L’arte della profumeria ha origine nell’antico Egitto, in Mesopotamia, nella Valle dell’Indo e in Cina. Fu poi perfezionata dai romani e dai primi farmacisti arabi e persiani, che svilupparono la tecnica della distillazione e della sospensione in alcol delle essenze derivate dalle piante. 

Ma il profumo nasce molto prima, e quasi sempre come prodotto sacro: a partire dal Paleolitico, popolazione nomadi di tutto il mondo venerano dèi, spiriti e credenze, sacrificando in loro onore legni aromatici e resina, offrendo le esalazioni al cielo per far giungere la loro preghiera fino ad essi. L’etimologia testimonia questa pratica: in latino “per fumum” si traduce con “attraverso il fumo”. 

Il Kyphi, il più celebre tra i profumi egizi, era uno dei tanti lussi concessi a faraoni come l’illustre Tutankhamon quando intraprendevano il loro viaggio celeste verso l’aldilà. Questa intricata ricetta, un arazzo profumato tessuto da sedici ingredienti diversi, ci è stata svelata dalle scritture incise nelle pareti dei templi egizi

La composizione del Kyphi era essenzialmente una miscela armoniosa di mirra, giunco odoroso, cipero, vino, miele, uva passa, canne aromatiche e ginepro. È la creazione di profumo più famosa e meticolosamente documentata dell’antico Egitto. Il suo scopo principale era quello di essere utilizzato come incenso, un’offerta agli dèi, bruciata in grandi quantità dai sacerdoti nei recinti sacri dei templi egizi. Il nome stesso “Kyphi” è una resa latina della trascrizione greca della parola egizia “kapet”, che originariamente indicava le sostanze destinata alle fiamme purificatrici

I Profumi Nella Cultura Romana e Greca 

Nel cuore dell’antichità, gli antichi greci e romani abbracciarono il profumo come una forma d’arte, intrecciandolo al tessuto stesso della loro vita. I profumi, erano più che semplici fragranze, ma erano simboli di status, devozione e seduzione.  

Nell’antica Grecia e a Roma, l’arte della profumeria si nutriva di un ricco repertorio di materie prime, principalmente fiori e resine, sapientemente trasformati in preziosi macerati oleosi. Le sostanze aromatiche locali, come rosa, violetta, giglio, narciso, radice di iris e lavanda, si mescolavano con importazioni esotiche. Dalle terre di Caria e Sicilia giungeva lo storace liquido, mentre Cipro forniva il prezioso labdano. Il galbano, il balsamo di Giudea e la gomma adragante arricchivano le composizioni provenendo dalla Giudea, mentre l’incenso e la mirra giungevano dal Medio Oriente. Dall’India, infine, arrivavano cannella, nardo e cinnamomo, donando un tocco speziato e orientale alle creazioni olfattive. 

I greci, affascinati dalle offerte profumate dell’Egitto e dell’Oriente, trasformarono la profumeria in un mestiere. Creavano miscele elaborate con ingredienti come la mirra, l’incenso e la rosa per adornare i loro corpi e le loro case. Questi profumi non erano solo di piacere: si riteneva che avessero anche proprietà curative e che placassero le ire degli dèi.  

I romani ereditarono questa ricca tradizione e portarono la profumeria a nuovi livelli. Utilizzavano il profumo in modo sfarzoso nei bagni, nei templi e nelle riunioni sociali. Il profumo divenne uno status symbol, con imperatori e nobili che commissionavano profumi su misura per riflettere la loro ricchezza e il loro potere. I Romani svilupparono anche tecniche innovative per estrarre e conservare i profumi, lasciando un’eredità duratura nel mondo della profumeria.  

La Nuova Era Della Profumeria: Il Medioevo 


Nell’affresco del Medioevo, la profumeria ha vissuto un’evoluzione affascinante, intrisa di spiritualità, medicina e innovazione.  

Mentre la caduta di Roma vide il declino dell’uso personale dei profumi in Europa, la conoscenza si conservò e addirittura fiorì nel mondo islamico. Basandosi sulle conoscenze dei loro predecessori, gli studiosi arabi fecero notevoli progressi nelle tecniche di distillazione ed estrazione, ampliando la gamma di fragranze disponibili. 

L’avvento dell’alambicco, un’invenzione che eclissò le rudimentali pratiche di distillazione del passato, segnò una svolta epocale nella storia della profumeria. Introdotto dagli Arabi nel corso dell’VIII secolo, questo ingegnoso strumento dischiuse le porte a un nuovo universo di fragranze, aprendo la strada alla creazione di profumi a base alcolica, un’autentica rivoluzione olfattiva che avrebbe plasmato l’arte della profumeria per i secoli a venire. 

Le Crociate e l’incremento del commercio con l’Oriente riportarono in Europa queste nuove conoscenze e ingredienti esotici come il muschio, l’ambra e il sandalo. Il profumo, un tempo lusso dell’élite, iniziò a permeare molti aspetti della vita medievale. 

Nei monasteri si coltivavano erbe profumate come la lavanda, il rosmarino e la salvia per le loro proprietà medicinali e aromatiche. Questi venivano spesso combinati per creare rimedi curativi e profumi usati per purificare gli ambienti, mascherare gli odori sgradevoli e promuovere il benessere.  

Si formarono corporazioni per proteggere i segreti del mestiere e garantire standard di qualità. Con la crescita delle città e l’espansione delle rotte commerciali, le profumerie divennero vivaci centri di commercio, offrendo una vasta gamma di intrugli fragranti per soddisfare la crescente domanda di profumi. 


Il profumo, un’arte antica e in continua evoluzione, ha accompagnato l’umanità fin dai suoi albori, intrecciandosi con la storia, la cultura e l’evoluzione della società. Dai rituali sacri alle corti regali, dalle spezie esotiche alle delicate essenze floreali, il profumo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo.  

Oggi, questa preziosa eredità continua a vivere nelle creazioni dei maestri profumieri, che ci invitano a scoprire e apprezzare il potere evocativo e seducente delle fragranze. 

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I Profumi Delle Dive: Marilyn Monroe

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No, il profumo preferito di Marilyn Monroe non era Chanel N°5. 

Sebbene la celebre risposta di all’intervista di Life Magazine del 1952 abbia reso immortale l’associazione tra la diva e il profumo francese, scavando più a fondo nella sua vita viene alla luce una storia molto più interessante. 

Scopriamo insieme i profumi che hanno accompagnato la vita di Marilyn Monroe, andando oltre il mito e svelando le sue preferenze olfattive più intime. 

Marilyn Monroe: il profumo oltre il mito 

Le due gocce di Chanel N°5 prima di andare a letto: un’immagine affascinante che ha contribuito a rendere immortale il mito di Marilyn Monroe. Eppure, la relazione della diva con il profumo era ben più complessa e sfaccettata di quanto si pensi. 

Dietro l’allure sensuale e misteriosa di Marilyn si celava una donna sensibile e introspettiva, alla ricerca di fragranze che potessero rispecchiare la sua ricca interiorità. 

Oltre a Chanel N°5, qual era il profumo preferito di Marilyn Monroe? 

Al di là delle preferenze che tutti conosciamo, Marilyn custodiva un amore olfattivo più intimo e personale: Floris Rose Geranium. Un’eau de toilette che l’attrice adorava al punto da acquistarne diversi flaconi contemporaneamente. 

A testimoniare questa passione, una ricevuta rinvenuta tra i documenti del negozio Floris di Londra. Nel 1959, Miss Dorothy Blass, segretaria personale di Marilyn, acquistò ben sei flaconi di Rose Geranium, spedendoli direttamente al Beverly Hills Hotel dove la diva alloggiava durante le riprese di A qualcuno piace caldo. Un film che le valse il Golden Globe come Migliore Attrice. 

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Mentre i flaconi originali non sono più disponibili sul mercato, è stata creata un’essenza da bagno che evoca il profumo originale. Questa fragranza si distingue per le sue ricche note floreali, arricchite da accenti di rosa, sfumature verdi e, caratteristicamente, geranio, offrendo un’esperienza olfattiva unica e nostalgica. 

  • Note di testa: geranio, foglie verdi 
  • Note di cuore: palmarosa, rosa, palissandro 
  • Note di fondo: legno di cedro 

La scelta di queste fragranze ci permette di scoprire un lato inedito di Marilyn Monroe: una donna che amava la bellezza e la raffinatezza, ma che era anche alla ricerca di profumi che potessero esprimere la sua complessità e la sua profondità. 

Quali altri profumi amava Marilyn Monroe? 

Non è difficile comprendere l’amore profondo di Marilyn Monroe per il profumo. Le fragranze possiedono un potere evocativo straordinario: ci trasportano in altri luoghi e tempi, risvegliano ricordi ed emozioni, e ci donano una sensazione di sicurezza e bellezza. Incarnazione perfetta di queste qualità, Marilyn vedeva nel profumo ben più di un semplice accessorio: era un’armonia di sensazioni che la accompagnava e la definiva. 

Se Chanel No. 5 resta indissolubilmente legata a Marilyn Monroe, e Floris Rose Gerium rappresentava la sua scelta personale privilegiata, la sua passione per le fragranze andava ben oltre questi due profumi. La diva era infatti nota per indossare essenze diverse a seconda dell’occasione e del suo umore. Tra le sue preferenze spiccano Joy di Jean Patou, un bouquet floreale opulento, e White Shoulders di Evyan, dalle note fresche e sensuali. 

Joy – Jean Patou (1930)

Creato nel 1930 dal naso Henri Almeras, Joy di Jean Patou è un’esplosione di note floreali dedicata alle donne. Una fragranza realizzata con ingredienti preziosissimi – voleva essere “il profumo più caro al mondo” – e pensata per celebrare la gioia di vivere, avvolgendo chi la indossa in un bouquet raffinato e lussuoso. 

  • Note di testa: rosa bulgara, ylang-ylang, tuberosa 
  • Note di cuore: gelsomino, rosa di Maggio 
  • Note di fondo: muschio, sandalo 

White Shoulders – Evyan (1945)

White Shoulders, lanciato da Evyan nel 1945, è una pietra miliare della profumeria femminile. Si tratta di una fragranza floreale aldeidica, tra le prime creazioni della casa profumiera newyorkese. Un caleidoscopio di sensazioni, che unisce la freschezza delle note di testa agrumate e verdi alla opulenza dei fiori bianchi nel cuore. Questo connubio romantico si appoggia su una base calda e sensuale, dove si fondono note ancora più intriganti. 

  • Note di testa: fiori d’arancio africano, pesca, bergamotto 
  • Note di cuore: gardenia, gelsomino, tuberose, giglio, mughetto, lilla 
  • Note di fondo: muschio, ambra, sandalo, zibetto 

Questa selezione attenta e diversificata ci rivela una Marilyn lungimirante: ben consapevole del potere comunicativo del profumo, lo utilizzava come un vero e proprio strumento di espressione personale. Ogni fragranza diventava un tassello del suo fascino, un messaggio sottile che esprimeva la sua versatilità e la sua capacità di ammaliare con sfaccettature sempre nuove. 

Se anche tu sogni di esprimere la tua unicità attraverso il profumo, lasciati guidare dagli esperti. Fortunatamente, con i corsi di Ateneo dell’Olfatto, troverai tutta l’assistenza di cui hai bisogno! Esplora la nostra selezione di corsi, kit e consulenze per immergerti in un mondo ricco di fragranze. 


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Profumi e Personalità: Dimmi che Profumo usi E ti dirò Chi Sei

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Il Profumo come espressione della personalità 

Le fragranze che scegliamo di indossare possono rivelare molto su di noi, come una firma invisibile che ci accompagna sempre. 

La scelta di un profumo va oltre il piacere dei sensi; è un modo di esprimere sé stessi ed evocare emozioni specifiche in chi ci circonda, delineando così l’immagine che gli altri hanno di noi. 

Siamo noi a scegliere il profumo o è il profumo a scegliere noi?

Il profumo è una forma di espressione personale potente e può raccontare molto di noi, delle nostre preferenze e della nostra personalità. Secondo la psicologia del profumo, ci sono diverse dinamiche psicologiche che guidano la scelta di una fragranza: 

Il profumo è lo strumento perfetto per esprimere l’unicità di una persona, per comunicare sé stessi e il proprio essere speciali, diversi, meravigliosamente insostituibili. Quando risponde a questa esigenza, la fragranza scelta sarà non convenzionale, di grande impatto olfattivo, con un sillage potente e con una lunga scia. 

Chi indossa il profumo guidato dal desiderio di affascinare il prossimo, tende invece a scegliere composizioni con un forte potere seduttivo che creano un’aura di magia attorno a loro. Fragranze calde e persistenti sono capaci, infatti, di avvicinare gli altri con il loro potere sensuale, trasformando il profumo in un mezzo con cui rendersi irresistibili. 

C’è anche chi sceglie il profumo per evocare un senso di amore e cura, in questo caso le fragranze tendono a essere calde, avvolgenti, rassicuranti, e spesso contengono note di vaniglia o talco.  

Alcuni, ancora, sono spinti dal desiderio di appartenenza, optando per profumi popolari che li fanno sentire parte di un gruppo e soddisfano la loro volontà di uniformarsi. 

Infine, vi sono coloro che vedono nel profumo un gioco, un modo per esprimere la propria creatività e divertirsi con i diversi aspetti della propria identità. Questi individui spesso scelgono essenze innovative e trasgressive, in un continuo gioco di esplorazione olfattiva.  

In ogni scelta, il profumo diventa così un mezzo di espressione personale, un modo per comunicare al mondo chi siamo e come desideriamo essere percepiti. 

Cosa dice il tuo profumo della tua personalità

Diverse note olfattive e famiglie di fragranze tendono ad essere legate a certi tratti di personalità. Esploriamo insieme alcune delle associazioni più conosciute: 

Le fragranze più dolci e fruttate, per esempio, tendono a riflettere una personalità vivace e gioiosa, ricca di energia e ottimismo. Le persone che si orientano verso questi profumi spesso emettono vibrazioni positive e contagiose, diffondendo buon umore ovunque vadano.  

Allo stesso modo, chi sceglie profumi leggeri e freschi, come quelli marini o aromatici, generalmente rivela un’anima tranquilla e amante della natura, una personalità che predilige la semplicità e l’autenticità. 

D’altra parte, coloro che preferiscono fragranze intense e boisé, tendono a mostrare una personalità forte e decisa. Sono spesso percepite come persone solide e carismatiche, con un’aura di sicurezza e una profondità nascosta. 

Inoltre, gli amanti dei profumi orientali, ricchi di note come vaniglia, incenso o ambra, tendono a essere visti come sensuali e affascinanti. Queste scelte olfattive possono suggerire una personalità avventurosa e appassionata, attratta dall’esotico e dal lusso.  

In questo modo, ogni fragranza diventa un riflesso unico del carattere individuale, comunicando silenziosamente aspetti della nostra essenza a chi ci incontra. 

Il linguaggio dei profumi

La psicologia del profumo esplora il modo in cui gli odori funzionano come un linguaggio non verbale, fornendo informazioni che il nostro cervello elabora e che possono influenzare il nostro comportamento.  

Un profumo può evocare sentimenti di gioia, pace o sicurezza, attivando ricordi positivi. Al contrario, un odore può suscitare tristezza o disagio se collegato a esperienze negative. I profumi hanno un impatto profondo su di noi, giocando un ruolo cruciale nelle relazioni interpersonali, nell’attrazione e nella sessualità. 

L’olfatto è il più emotivo fra i 5 sensi. Essendo meno soggetto al controllo razionale, ha la particolarità di fissare i ricordi in modo estremamente duraturo e profondo. Questa caratteristica unica lo rende un canale potente e diretto verso le nostre emozioni. 

Dimmi che profumo usi e ti dirò chi sei

Per scoprire quale fragranza fa per te, esistono molti “test del profumo ideale” online. Purtroppo, l’affidabilità di questi sistemi è spesso bassa, e difficilmente permettono di scoprire qualcosa di nuovo su di te o sulla cultura olfattiva. 

Il miglior modo per scoprire quale profumo o nota odorosa si addice meglio a te e alla tua personalità è conoscere a fondo i fondamenti della profumeria e.… provare, provare, provare! 

Il tuo carattere è unico e inimitabile, e proprio così dovrebbe essere il profumo che gli si adatta alla perfezione. 


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Profumeria e Alta Moda, Dalle Origini alle Passerelle

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La relazione tra profumeria e moda è affascinante e intricata. Entrambi i mondi celebrano l’espressione personale e l’eleganza, evocando sensazioni uniche. La moda, con i suoi tessuti, colori e tagli, parla direttamente agli occhi, mentre i profumi seducono i sensi, creando un’aura intangibile attorno alla persona. 

Fin dal secolo scorso, designer e case di moda lanciano linee di profumi, considerandole un’estensione naturale del loro marchio. Un profumo può catturare l’essenza di una collezione di moda, trasportando la visione stilistica in una dimensione olfattiva. Allo stesso modo, un profumo ben scelto può completare un outfit, aggiungendo un tocco finale invisibile ma potente. 

La Storia: Un Legame Stilistico e Sensoriale

Il legame tra profumeria e alta moda affonda le sue radici negli anni ’20 del XX secolo, non solo come strategia commerciale, ma anche come evoluzione verso un’arte più complessa e multisensoriale, in cui la bellezza può essere apprezzata visivamente, indossata e persino percepita. 

Ma chi fu il pioniere di questa rivoluzione, chi fu il primo stilista a introdurre un profumo? 

Contrariamente a un’opinione diffusa, non fu Gabrielle (Coco) Chanel con il suo famoso N° 5 a unire per la prima volta profumeria e alta moda. Fu Paul Poiret, uno degli stilisti francesi più influenti del periodo prebellico, a segnare questo storico connubio lanciando la collezione Parfums de Rosine nel 1911 per la sua Maison.

Sebbene Poiret abbia avuto un impatto notevole, la sua carriera conobbe un rapido declino, in parte dovuto a mutamenti nei gusti e nello stile, e in parte alle difficoltà economiche e sociali dovute alla crisi economica del ‘29. Tuttavia, il suo contributo nel ridefinire la moda e la profumeria rimane di inestimabile valore, gettando le fondamenta per stilisti come Coco Chanel e molti altri che hanno seguito il suo esempio. 

A Poiret dobbiamo l’inizio dell’Epoca dei Couturier.

Coco Chanel e l’Epoca dei Couturier 

COUTURIER

Il termine Couturier si riferisce a un designer di moda, specializzato nella creazione di abbigliamento su misura di alta qualità. Questi professionisti sono noti per il loro lavoro nell’alta moda, producendo capi unici o in serie limitata, spesso realizzati a mano con tecniche e materiali di alta qualità.

In un mondo sempre più legato alla comunicazione visiva, i profumieri si trovano a comporre fragranze senza un’identità visiva ben definita, deficit assai deleterio. I Couturier invece, artefici di collezioni che sfilano davanti agli occhi del grande pubblico, sono ben presenti nell’immaginario visivo dei consumatori. L’importanza di questo vantaggio la intuirà anche Gabrielle Chanel una decina di anni dopo Poiret, quando lancerà il celeberrimo N°5. 

Nel 1921, Coco presenta il composto di Ernest Beaux, noto profumiere da Chiris. Per la stilista non è necessario evocare un immaginario complesso: è sufficiente il nome del marchio Chanel a far decollare il prodotto, rivestendolo del suo particolarissimo stile, fatto un po’ di nero, bianco, beige, semplicità, fluidità, e di una profusione di accessori.

Coco Chanel – N° 5

La fragranza, con un’overdose di aldeidi che dissolve la struttura fiorita, si conforma a un imperativo di astrazione che la renderà un accessorio versatile, in grado di fondersi con tutte le culture, con lo stile di chiunque, divenendo uno dei maggiori successi della storia della profumeria. 

Sull’esempio di Chanel, diverse case di moda compiono il grande passo, dando vita a quelli che diverranno i grandi classici della profumeria. 

Un Legame Indissolubile tra Profumeria e Fashion

La relazione tra alta moda e profumeria non è solo storica, ma intrinsecamente legata alla natura stessa di questi due mondi artistici. Nelle loro radici, sia la moda che i profumi parlano di espressione personale e identità, creando un legame profondo che supera il tempo. Questa sinergia nasce dall’essenza del lusso e della creatività che entrambi condividono.

Alla base, la moda e i profumi sono forme d’arte che sfruttano i sensi per comunicare un messaggio o un’emozione. Mentre l’alta moda utilizza la vista e il tatto attraverso tessuti e design, la profumeria si affida all’olfatto, un senso potente che può evocare ricordi e sentimenti con una singola fragranza. Questa complementarità sensoriale rende i due mondi naturalmente interconnessi.

Christian Dior

“Il profumo è il complemento indispensabile alla personalità di una donna. Il tocco finale su un vestito.”

Entrambi i settori si basano sull’idea di esclusività e personalizzazione. Le grandi case di moda spesso lanciano linee di profumi come estensione del loro marchio, permettendo ai clienti di immergersi in un’esperienza di lusso completa. Il profumo diventa un accessorio invisibile ma potente, che completa l’outfit e ne amplifica l’espressione.

La collaborazione tra stilisti e profumieri ha portato a creazioni innovative, dove la visione artistica di un designer viene trasformata in una fragranza unica. Questa fusione di talenti non solo arricchisce entrambi i settori, ma crea anche un dialogo continuo tra moda e profumeria, attirando consumatori che cercano un’esperienza sensoriale completa.

Un Sodalizio Ancora Redditizio

L’industria della moda ha sempre avuto una relazione speciale con il mondo dei profumi, ma negli ultimi anni questa collaborazione è diventata più innovativa e strategicamente importante.

Marchi di moda rinomati come Trussardi, Prada, e Dolce & Gabbana stanno esplorando nuove frontiere olfattive, catturando l’essenza delle città o dell’identità del brand attraverso fragranze uniche. Il mercato delle fragranze in Italia, con una performance di quasi 1,1 miliardi di euro, testimonia la forza di questo settore.

Collaborazioni tra case di moda e giganti della cosmetica, come quella tra Prada e L’Oréal, stanno portando a creazioni profumate che incarnano l’innovazione e l’atemporalità. Queste sinergie non solo rafforzano il brand, ma aprono anche nuove strade per l’engagement del cliente. 

In un panorama dove la maggior parte delle case di moda si affida a collaborazioni esterne per gestire il segmento beauty, Dolce & Gabbana spicca per la sua scelta di internalizzare completamente questo business. Questo approccio sottolinea un impegno profondo verso l’autenticità e la promozione dell’artigianato italiano, delineando una strategia che valorizza le competenze interne e l’identità culturale del brand. 


La relazione tra profumeria e alta moda è un esempio affascinante di come due forme d’arte possano influenzarsi e arricchirsi a vicenda. Questo legame, radicato nella storia e plasmato dall’innovazione, continua a evolversi, promettendo nuove e affascinanti espressioni di bellezza e stile. 

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